venerdì 18 settembre 2015

MARGARET #3

Šostakovič, Dreamer. È un compositore russo.
Me l’ha detto Jeremy, che mi ha anche fatto ascoltare un suo pezzo pare molto famoso: Jazz suite no. 2: VI Waltz 2. Solo il nome è tutto un programma. Tipico di Jeremy sapere di musica classica e non ricordarsi la data del compleanno di sua madre. Fossi in loro vi farei ascoltare “A Wither Shade of Pale” dei Procol Harum, a me rilassa sempre un sacco, quando non mi metto a piangere.
So romantic la tua lista my sweet. So romantic e so bad!
Mi ricordo tutto, non scordarlo mai. 
Oggi è sabato. Il sabato mi faccio sempre un bagno lunghissimo, al diavolo la doccia e la sua precarietà che mi mette addosso. Me ne sto in acqua almeno un’ora, accendo le candele e mi porto una bottiglia di vino in bagno. Rosso. Hai notato che nelle nostre lettere c’è sempre una vasca da bagno? Forse dobbiamo ritrovarci insieme dentro l’acqua, forse il destino ci porterà in una grande vasca idromassaggio dove tu mi leggerai quella poesia che ti piace tanto e io ti darò fastidio mettendoti i piedi in faccia. Ci sarebbe anche del vino, e della musica. Il vino e la musica mi fanno diventare romantica… più il vino.
Dopo il bagno vago per casa senza meta, non ho voglia di fare nulla. Mi guardo i palmi delle mani cotti dall’acqua, guardo la pila di libri che ho in camera e che non ho ancora letto e mi fumo una decina di sigarette. La mattina è finita. Le mattine del sabato sono senza senso, senza scadenze.
Ho appeso il tuo disegno sopra il letto. Quel fumetto che mi hai fatto la notte prima che ti portassero via. Disegni veramente male.
Sai che ci sono passata un giorno davanti al tuo muro? Non ti ho salutato, ma anche io l’ho guardato per un sacco di tempo.
Come fai a pensare ancora all’ultimo anno di scuola? Mi sembra sia accaduto tutto in un’altra vita. Avevo ancora il piercing al sopracciglio che tu dicevi mi dava un’aria da pusher in disgrazia. Sei sempre stato un amante dei paragoni azzardati. Ma è vero, siamo stati felici.
Non pensavo mi rispondessi così in fretta, nessuno mi dice nulla di come stai. Non voglio vedere i tuoi genitori, che odio. Non voglio nemmeno più passare davanti a casa tua. Che siano tutti maledetti.
Ecco, il sabato pomeriggio lo passo a imbottirmi la testa di pensieri e teorie. Che ad un certo punto diventano tutte attorcigliate tra di loro e mi viene una gran voglia di spaccare tutto.
Ho comprato un nuovo tappeto. Quello vecchio l’ho buttato. Una mattina mi sono svegliata e camminarci sopra mi faceva vomitare.
Non preoccuparti per il gruppo del martedì, ci vado solo perché stare a casa mi annoia. Si, un po’ mi diverto a vedere le facce smunte riprendere vita quando tiro fuori qualcosa di divertente che quei sei o sette patologici del sesso si sono solo immaginati. Sono tutti molto soli, hanno un sacco di storie pazzesche d’incidenti con gli aggeggi più strani. Ma “porco diavolo” vorrei dirgli, invece di passare l’adolescenza e la giovinezza chiusi in casa a costruirvi vagine finte non potevate uscire e cercarvi un po’ di movimento dal vivo? Pensa che mi sono inventata che al tuo compleanno ti ho regalato un festino con un travestito e una suora vera. Ah, il travestito si chiamava Simon e la suora Amber. Devi ammettere che quando voglio divento una vera fogna con questa bocca.
Cerca di stare tranquillo, sono felice che scrivi, lo sai che ho sempre pensato che a modo tuo hai del talento. Se la sera senti che il tempo ti fa il solletico, guarda le foto che ti ho mandato e magari scrivimi qualcosa, quello che vuoi.
Io lo so che ti porti dietro quella notte come una malattia, so anche che deve essere dura stare lì con le gambe a penzoloni sul bordo del letto e non poter uscire a guardare il mondo. Resisti e baciami, puoi farlo anche da lì. Ricordati tutte le sere in cui ci perdevamo a parlare di empatia, di quanto si possa essere collegati a filo continuo dalla luna al polo sud.
Io me ne sto qui fuori a spalare le ore con quello che mi hai lasciato. Ma non mi frega niente se devo farlo per anni, piuttosto mi faccio venire le vesciche alle mani a furia di sfregarle sulle cosce quando sono nervosa.
Adesso mi sto commuovendo brutto stronzo egoista, che cazzo ti è saltato in mente di lasciarmi qui da sola? Vaffanculo dreamer, era proprio necessario arrivare fino al limite? A me bastavi già così, ci davano già dei matti a sufficienza senza bisogno di fornirgli altri pretesti.
Ma cosa vuoi che ti dica? Quando due si trovano mica se la possono scrivere subito tutta la loro storia.
Ho letto da qualche parte che nella vita puoi scrivere mille incipit ma nessun finale, bella fregatura…
Beh, adesso basta che altrimenti provi a farti un altro tatuaggio e magari ti butti dentro qualcosa di tossico che ti devono tagliare un braccio, saresti capace perché sei veramente scemo quando ti ci metti.

Io vengo a sognarti tutte le notti, solo che tu hai gli occhi chiusi.

P.S. chi se ne frega del culo, teniamoci la vasca.

Kiss/Kiss/Bang/Bang my sweet dick.
                                

tua Margaret

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