Si è svegliato con quel mal di testa che è una
condanna alla vita.
Una roba così forte da vomitare davanti allo
specchio del bagno, chiudere gli occhi e pregare di morire di botto, come un
raudo dentro un tombino l’ultimo dell’anno.
Scrivere di botti e di fogne, e di cazzi in
culo e di signorine dalla faccia stanca truccate male. Gli è presa ‘sta cosa di
scrivere di cattiveria, da bullo sfigato e un po’ codardo.
Quanto è incazzato, sarà il mal di testa pensa.
Maledice pure di essersi lavato le mani, che
con le mani pulite la cartina scivola troppo e sono dieci minuti che tenta di
farsi una sigaretta.
L’altra notte ha pagato per avere la tessera di
un’associazione sportiva dilettantistica, o una cosa del genere, in verità la
tessera serve per entrare in un seminterrato all’angolo di una strada. Una
stanza buia, con una stanza ancora più buia dietro la consolle del DJ.
La prima cosa che l’ha colpito sono state le
piastrelle bianche, le stesse che ha sulle pareti il macellaio vicino a casa
sua. Poi gli occhi si abituano al buio e comincia a sentire l’odore, che non sa
proprio descrivere: sudore, borotalco, disinfettante, lacca, profumi
svergognati, cuoio, e quello di sapone quando sparano il fumo in discoteca.
La stanza è una mezza luna, solo pareti e
pavimento.
La sensazione che tutto possa accadere è una
droga.
Si aggira come un vampiro, come un boy scout
espulso dal campo estivo. Tutti quei corpi che sono lì che sembrano guardarlo:
cosce, culi, tette, schiene appoggiate e gambe aperte, ginocchia in adorazione.
Si avvicina e guarda. Gli sembrano tutti uccelli enormi, addominali e tette da
copertina.
Il bancone del bar è una fiera dei miracoli, è
quasi orgoglioso di essere gomito a gomito con questo colpo di coda della
notte. Il bere fa schifo, è proprio una merda, i bagni sono liberi, nel senso
che tutti possono entrare dappertutto. Si ferma a guardare la gente pisciare.
Non dev’essere facile pisciare sui tacchi.
C’è una che lo guarda, cioè, lui pensa di
essere guardato, ma non è sicurissimo.
Poi scoprirà che lei non riesce a venire perché
ha sniffato tutta la notte. Questo è quello che lei gli dice quando si ritrovano
davanti allo specchio della camera. Si addormentano con i culi nudi e vicini,
di spalle, per pudore di disturbare il sonno dell’altro.