A
questo scrivere di peccati e non di tragedie è segnata la triste esistenza, si
vuole il godimento senza la fatica di scovarlo in pieghe umidicce e in stretti
pertugi dell'anima (parlo per me); rimangono sempre parole e intenzioni su cui
cadono, in ginocchio, i buoni propositi. Sarà voglia di fallimento senza aver
chiaro che il fallire è definitivo solo in sintassi.