Mi
dispiace per Pit.
Del
resto se non l’avessi buttato dalla finestra non si sarebbe verificata quella
situazione di caos e profondo stupore tra il personale del turno di notte.
Situazione che rispecchiava le mie aspettative di fuggitivo.
Dreamer
è fuori gente!
Non
hanno pensato alle grate, niente grate alle finestre per i piani alti.
Un corpo
scagliato con forza contro il vetro rinforzato genera sufficiente spinta da
mandare tutto in frantumi.
Pit
giace di sotto, un po’ scomposto di braccia e gambe. Non ho avuto tempo di
capire quanto fosse ancora tra noi, comunque vada: grazie Pit, sei stato l’angelo
mandato al momento giusto.
“Aiuto!
Infermiere! Pit si è buttato, si è buttato dalla finestra… aiuto”.
Adesso
comincia il difficile: andare in giro con il culo al vento e un camice da
ospedale, bianco a pois blu, non è la tenuta migliore per un evaso.
Dalle telecamere di sorveglianza, si
vede il paziente Hugine
Bedford scendere nel cortile. Il paziente esce dal campo visivo dopo essersi
addentrato nel giardino. Ricompare sui monitor mentre esce dal cancello nel
momento in cui entra l’ambulanza. L’agente nella guardiola era impegnato a
segnalare il corpo del suicida al personale medico.
Nella
camera del paziente, incisa nel pavimento di linoleum del bagno, è stata
trovata la seguente scritta:“Dreamer was here”.
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