lunedì 23 novembre 2015

CUTTY SARK

Mar Cinese – giorno 22 Novembre 1869

Capitano H. William


Cara.
Dolce anima mia tieniti questa lettera stretta alla tua persona. Che possa il Signore prenderla nelle sue mani e darmi la possibilità che arrivi a te appena toccheremo di nuovo terra.
Ti scrivo un bacio che ti devo dal giorno in cui sono salpato, spinto da un cieco dovere verso il viaggio, che attira e seduce noi, che siamo fatti per guardare dall’orizzonte le terre emerse.
A te che sei arcobaleno, sei luce e trasparenza, sei bontà e calma. A te il mio bacio più caro.
Il tempo è buono, da una settimana navighiamo con una velocità di media che ci potrebbe far vincere.
L’equipaggio è silenzioso, ho fatto loro un discorso questa mattina. Ho dovuto metterli di fronte al fatto che non è pensabile rinunciare, la decisione è stata presa. “Siete marinai, uomini di vento e coraggio”. Ho detto loro queste parole per scuoterli dall’incertezza e dai timori in cui si erano precipitati.
Sono preoccupato, ma sono tutti uomini avvezzi all’avventura, e anche se per alcuni di loro è più la promessa della paga e per altri la mancanza di una vita a terra che li ha fatti tornare in mare, posso essere certo che sanno il loro mestiere.
Il Sig. Mallory si è preso la febbre: non si alza da quattro giorni, ha perso peso, è scosso da brividi e deliri. Ho disposto che gli venga servito brodo caldo tre volte al giorno.
Ho dei dubbi sul mio secondo, il Sig. Flint. L’altro giorno l’ho sorpreso a parlare fitto con il nostromo. Flint era contrario a insistere su questi ritmi di navigazione dopo l’incidente capitato al giovane Gilmore. Povero ragazzo, quattordici anni spenti da un piede in fallo, un volo di quaranta metri. Morire al primo servizio, la vita non risparmia nemmeno i suoi allievi più giovani.  
Tesoro mio, non posso avere incertezze su chi dovrebbe essere la mia voce nelle notti buie, devo poter fidarmi di chi porta i miei comandi fuori dal cassero.
Ti penso e prego che la lucidità dei tuoi sentimenti illumini i miei dubbi, come la luna e le stelle ci guidano su queste acque.
Perdona l’arroganza che ci tiene lontani, figlia di una corsa contro il tempo da Shanghai a Londra, per consegnare qualcosa di leggero e prezioso come le foglie di tè.
Sono sicuro che tanto futile, e inutile, ti sembra questa vita a rischiare tutti i giorni.
Cerca di trovare la comprensione e la pazienza dell’attesa nella consapevolezza che questa vita è quella che mi ha formato per come tu mi hai conosciuto, e per questo amato.

Con tutto il cuore che può portare il vento, con tutto l’amore che sulle onde infrange e scuote il mio corpo.
A presto, a stringerti tra le mie braccia.

Harold William


Nessun commento:

Posta un commento