Mar Cinese – giorno 22 Novembre 1869
Capitano
H. William
Cara.
Dolce
anima mia tieniti questa lettera stretta alla tua persona. Che possa il Signore
prenderla nelle sue mani e darmi la possibilità che arrivi a te appena
toccheremo di nuovo terra.
Ti scrivo
un bacio che ti devo dal giorno in cui sono salpato, spinto da un cieco dovere
verso il viaggio, che attira e seduce noi, che siamo fatti per guardare
dall’orizzonte le terre emerse.
A te che
sei arcobaleno, sei luce e trasparenza, sei bontà e calma. A te il mio bacio
più caro.
Il tempo
è buono, da una settimana navighiamo con una velocità di media che ci potrebbe
far vincere.
L’equipaggio
è silenzioso, ho fatto loro un discorso questa mattina. Ho dovuto metterli di
fronte al fatto che non è pensabile rinunciare, la decisione è stata presa.
“Siete marinai, uomini di vento e coraggio”. Ho detto loro queste parole per
scuoterli dall’incertezza e dai timori in cui si erano precipitati.
Sono
preoccupato, ma sono tutti uomini avvezzi all’avventura, e anche se per alcuni
di loro è più la promessa della paga e per altri la mancanza di una vita a
terra che li ha fatti tornare in mare, posso essere certo che sanno il loro
mestiere.
Il Sig.
Mallory si è preso la febbre: non si alza da quattro giorni, ha perso peso, è
scosso da brividi e deliri. Ho disposto che gli venga servito brodo caldo tre
volte al giorno.
Ho dei
dubbi sul mio secondo, il Sig. Flint. L’altro giorno l’ho sorpreso a parlare fitto
con il nostromo. Flint era contrario a insistere su questi ritmi di navigazione
dopo l’incidente capitato al giovane Gilmore. Povero ragazzo, quattordici anni
spenti da un piede in fallo, un volo di quaranta metri. Morire al primo
servizio, la vita non risparmia nemmeno i suoi allievi più giovani.
Tesoro
mio, non posso avere incertezze su chi dovrebbe essere la mia voce nelle notti
buie, devo poter fidarmi di chi porta i miei comandi fuori dal cassero.
Ti penso
e prego che la lucidità dei tuoi sentimenti illumini i miei dubbi, come la luna
e le stelle ci guidano su queste acque.
Perdona
l’arroganza che ci tiene lontani, figlia di una corsa contro il tempo da Shanghai
a Londra, per consegnare qualcosa di leggero e prezioso come le foglie di tè.
Sono
sicuro che tanto futile, e inutile, ti sembra questa vita a rischiare tutti i
giorni.
Cerca di
trovare la comprensione e la pazienza dell’attesa nella consapevolezza che
questa vita è quella che mi ha formato per come tu mi hai conosciuto, e per
questo amato.
Con
tutto il cuore che può portare il vento, con tutto l’amore che sulle onde
infrange e scuote il mio corpo.
A
presto, a stringerti tra le mie braccia.
Harold
William
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