Ho comprato delle piantine, cioè, sono
dei piccoli cactus. Il motivo principale per cui li ho scelti è che posso
abbandonarli al loro destino per un sacco di tempo.
Siamo due cactus: spinosi e con la
sabbia sotto i piedi, ma non molliamo.
Le chiamano piante grasse. Tu le puoi
lasciare giorni senz’acqua e senza concime e queste invece di crepare,
ingrassano.
Va beh cazzo… scusa!
Io voglio rimanerci attaccata.
Certi giorni però mi fanno male le
braccia, e le spalle tremano e ho paura che mi scappi via. E mi metto a pensare
che non sono stata capace io a trattenerti, o tu sei troppo bravo a tirare
dalla tua parte, e diventa tutto un gioco di equilibri al massacro.
Facciamo che per un po’ i ricordi li
trattiamo da parenti invadenti, non cerchiamoli e cambiamo marciapiede se li
vediamo in giro.
Non pensare che sia diventata saggia
all’improvviso.
Anche tu per me sei quello che sei, e
sei nelle notti in cui mi strapperai le lenzuola.
Mi sa che uno di questi giorni passo
dalla tua cacchio di pensione per matti dagli occhi belli, e tu mi lanci dalla
finestra un po’ di quella roba che vi danno per farvi stare buoni e pensare
alle vostre ragazze come liceali strette in twin-set color tabacco.
Dirsele fa bene. Non che io e
te ci sia mai tirati indietro su questo lato.
Scriversele però ti entrano
sottopelle e sembra brucino di più. Se lo scrivi non puoi dire: “scusa non
volevo”.
Pensiamo più a noi due e non ai due che
stavano fuori prima. Io per esempio ho cambiato il colore dello smalto per le unghie, lo so che quello che usavo ti piaceva tanto, ma adesso io sono qui da
sola con i miei piedi e devo imparare a cavarmela. Ti ho pensato mentre mi
spennellavo, quindi stai calmo e pensa alla tua anima lì dentro.
Ti farà felice sapere che il colore si
chiama “rouge 999” , ribalta e mischia i numeri, se ci riesci ti vengo a
trovare di notte Dreamer…
“…allagarti il cuore…”, ma non ti
potevano venire quando eri fuori certe frasi?
Kiss/Kiss/Bang/Bang
my sweet dick.
tua Margaret
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