venerdì 23 ottobre 2015

DREAMER #8

Sabbia e spine.
Nessuno vince, si muore di sfinimento: 996 696 666 966, sei/nove/nove, sei/nove in mezzo al deserto, sabbia di qui e sabbia di lì, sabbia rossa e sabbia nera, sabbia in bocca e sabbia nel culo.
Attenta che ti pungi la lingua…
Che canzone c’era oggi nella stanza bianca dei matti?
“Canone” di Johann Pachelbel.
Non ho idea di chi sia questo Johann, ma è bravo. Mi ha commosso ascoltarlo, mi è venuta proprio a prendere tutta quella musica e io non potevo fare nulla per resistergli. Io che scazzo per un sopracciglio alzato, per una battuta che non mi piace, insomma io che sono una gran testa di cazzo, mi sono fatto buttare giù da uno che ha un cognome che non riesco nemmeno a pronunciare.
Sono uscito dalla stanza che non sentivo più la bocca secca e la testa era bella vuota.
E cosa fa una testa bella vuota? Mette tutto in fila: bello steso come un bucato che profuma di fresco. E pensa. Pensa, pensa, pensa…
E non va bene così, darling. Stare qui non va più bene, stare qui e stare così, non va più bene.
Adesso leggi.
“Circuito chiuso”, “cazzo di ricordi”, “io qui e tu lì”, “sospeso tra il sogno e la violenza”… chi è?
Te la caverai, con o senza smalto.
Vuoi rimanerci attaccata? Io no. Io voglio rimanerci dentro.
Ho incendiato, picchiato, insultato e sfondato porte. Tutto questo l’ho fatto io. E sono quello che sono, evviva! Dreamer il matto. Quello che non ti aspetti, quello che va bene finché ti fa divertire a ricreazione, che sputa nei frullati degli altri, si soffia il naso nelle tende delle aule e piscia dove non dovrebbe.
Margaret, ci hanno battuto. Separati e fatti odiare.
Non ascoltare quello che sentirai e non credere a quello che immaginerai.
Smettila di andare a cercare brividi dentro stanze protette.
Ti ho già allagato il cuore per giorni e giorni interi. Senza respirare e senza scuse.
Saluta Jeremy, saluta “Orizzontale”.

My perfect shot, non siamo fatti per un "quasi centro”. 

Dreamer



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