Alle
23:36 di un mercoledì notte cerchi di rimettere insieme i pezzi.
Ti
ricordi la luce, dove c’è un cadavere c’è sempre la stessa luce. Fai sempre la
stessa associazione d’idee: la stessa luce di un bagno della stazione, livida che
puzza di piscio.
Sei
sfinito, sfiancato, dopo tre ore a parlare con dei mentecatti che dicono di non
aver visto e sentito niente. Vorresti solo dimenticare il cadavere e scopare.
Hai voglia di scopare da questa mattina, chissà se la gente pensa che anche i
poliziotti hanno voglia di scopare. Non te ne frega un cazzo di quello che
pensa la gente. Un poliziotto, un giudice, un pittore, nella loro solitudine
potrebbero essere tre demoni che sognano di ballare il tip-tap su tacchi a
spillo.
Domani
ti aspettano le foto.
Sapete
come si fotografa la scena di un delitto? Il fotografo mentre scatta parla
dentro a un microfono e registra quello che vede. Prima parte dalla foto più
larga, quella che abbraccia l’intero ambiente dove è avvenuto il delitto, poi,
in modo meticoloso, stringe sempre di più fino alla faccia della vittima. Dopo
si concentra sui particolari: unghie, vestiti, oggetti attorno al corpo. Gli
investigatori guardano le foto e ascoltano la registrazione, è il protocollo.
Come guardare un film porno montato male. Alla fine ti abitui e guardi tutti in
quel modo. Un’occhiata veloce e poi cerchi i loro particolari.
Hai
quasi quarant'anni e ti chiedi se sei stanco.
Ti
piacerebbe solo sapere se è tutto qui: cadaveri, luce, particolari, rapporti.
C’è una
cosa che ti pesa nelle ultime settimane: leggere i referti sotto le foto.
Vorresti non dover leggere tutte quelle espressioni formali: “sdraiata supina –
braccio disarticolato- orbita sfondata- abrasione da trascinamento.”
Ufficialmente le usi anche tu le frasi formali: “Signora sua figlia non ha
sofferto”, come se si potesse non soffrire ad essere vittime di un omicidio.
Non vuoi
pensarci, ma le foto ritornano. Hai cominciato a scattarti foto anche tu, da
solo, non sono autoscatti, prendi il telefono, allunghi il braccio e rivolgi
l’obbiettivo verso di te. Scatti in modo compulsivo, frenetico, a volte mentre
continui a scattare ti spogli con una mano sola, ti ritrovi per terra,
appoggiato al letto, in piedi. Il tuo corpo fa cadere oggetti, rovescia
bicchieri e sbatte contro le porte. Smetti solo quando sembri un cadavere
eccitato, le riguardi e vorresti essere ubriaco con lei.
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