venerdì 15 gennaio 2016

LAUREN #2

Peccato
sostantivo maschile

  1. Violazione dell'ordine morale, spec. in quanto motivo di condanna o di pentimento nell'ambito della legge e dell'esperienza religiosa.



     Il suono arriva costante, aumenta sempre di più, è un telefono che suona.
Lauren capisce che sta ascoltando il telefono della mensa squillare. Le lampade sul soffitto sono accese, le vede bene da sdraiata, le fanno male gli occhi e la testa.
Ha la schiena bagnata, ha freddo, l’odore è ancora fortissimo.
Deve alzarsi, cerca di mandare questo ordine al suo corpo: alzati. Ci riesce.
Si trova in piedi, sporca di quello che è uscito dai corpi, le gambe la portano fino alla scrivania dove c’è il telefono.
Si strofina la mano sul grembiule, il dito non sanguina più, pulsa soltanto.
«Pronto, dovete chiamare la polizia.»
«Chiamala tu la polizia Lauren.» La voce dice proprio il suo nome. Non ci fa caso subito, poi capisce che la voce conosce il suo nome e comincia a tremare. Lauren riattacca il telefono. Appena appoggia la cornetta alla base il telefono ricomincia a squillare, è immobilizzata da quel suono.
Non può fare altro, è un riflesso incondizionato: alza la cornetta.
«Sei viva Lauren. Colui che sopravvive è il prescelto.»
Non parla, quel liquido schifoso le ha bagnato anche i pantaloni, li sente pensanti, sente il freddo sulle natiche e rivoli che scendono lungo le gambe, guarda in basso e c’è una piccola pozza ai suoi piedi.
La voce continua: «Apri la porta della seconda cella, quella a destra, ci sono i vestiti dei tuoi colleghi, puoi rivestirli se vuoi, il peccato è scivolato fuori. Ogni corpo ha il suo peccato Lauren, tu sai qual è il tuo?»
Comincia a piangere, un lamento a bocca chiusa, per pudore e paura che lui la senta.
Stringe le labbra e chiude gli occhi.
«Puoi chiamare la polizia adesso, ricordati i vestiti. Ogni corpo un peccato, il peccato non si può nascondere piccola Lauren, non si può contenere dentro cotone o nylon. Il peccato sporca e puzza. Bisogna solo svuotarsi da esso.»
La comunicazione s’interrompe.
Si siede stringendo ancora il telefono in mano. Compone il numero della polizia, riesce a spiegare lucidamente cosa ha visto e cosa è successo, le dicono di stare calma che arriveranno tra poco.
Non riattacca il telefono, appoggia la cornetta sulla scrivania e la lascia lì.

Entra nello spogliatoio si leva i vestiti e si siede nella doccia ad aspettare.

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