La casa era costruita sul lato ovest della
collina, il salone centrale era dominato da una grande vetrata posizionata a
favore del sole al tramonto.
Carol era seduta su una poltrona di velluto
rosso che dava le spalle all’ingresso del salone.
Dalla mia posizione vedevo solo il suo gomito
bianco appoggiato sul bracciolo.
«Perché vuole affittare la casa?»
«Perché lei cerca un compratore.»
«Quindi dovrebbe essere una vendita, non
trova?»
«Non compro mai nulla senza prima averlo
provato.»
«Non stiamo parlando di un paio di scarpe e io
voglio vendere non affittare.»
«Io voglio affittarla per comprarla, diciamo
che voglio un periodo di prova.»
«Quanti anni ha?»
«Trentadue.»
«È un po’ cresciuto per i giochi di parole.»
«Non gioco mai con le parole, anzi, non gioco
mai in generale.»
«Tutti giochiamo con le parole, se lei non
vuole comprare io non posso andarmene »
«Può rimanere, fino a quando non deciderò di
comprare.»
«Mi pagherebbe per restare a casa mia?»
«La pagherei per darmi una copia delle chiavi.»
«E per poter usare il bagno.»
«E la camera da letto, mi hanno detto che ce ne
sono sei.»
«Per lei quattro, una è la mia e un’altra è
quella degli ospiti.»
Si alzò dalla poltrona e mi venne incontro
porgendomi la mano.
«Sei mesi, e poi comprerà o se ne andrà.»
Le strinsi la mano e per me fu più che sufficiente,
non ci sarebbe stato bisogno di firmare nulla, sarei stato in quella casa con lei. Questo era quello che volevo,
lei lo sapeva.
«Sei mesi, e vedremo chi dei due vorrà
andarsene.»
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