lunedì 18 gennaio 2016

Carol

La casa era costruita sul lato ovest della collina, il salone centrale era dominato da una grande vetrata posizionata a favore del sole al tramonto.
Carol era seduta su una poltrona di velluto rosso che dava le spalle all’ingresso del salone.
Dalla mia posizione vedevo solo il suo gomito bianco appoggiato sul bracciolo.
«Perché vuole affittare la casa?»
«Perché lei cerca un compratore.»
«Quindi dovrebbe essere una vendita, non trova?»
«Non compro mai nulla senza prima averlo provato.»
«Non stiamo parlando di un paio di scarpe e io voglio vendere non affittare.»
«Io voglio affittarla per comprarla, diciamo che voglio un periodo di prova.»
«Quanti anni ha?»
«Trentadue.»
«È un po’ cresciuto per i giochi di parole.»
«Non gioco mai con le parole, anzi, non gioco mai in generale.»
«Tutti giochiamo con le parole, se lei non vuole comprare io non posso andarmene »
«Può rimanere, fino a quando non deciderò di comprare.»
«Mi pagherebbe per restare a casa mia?»
«La pagherei per darmi una copia delle chiavi.»
«E per poter usare il bagno.»
«E la camera da letto, mi hanno detto che ce ne sono sei.»
«Per lei quattro, una è la mia e un’altra è quella degli ospiti.»
Si alzò dalla poltrona e mi venne incontro porgendomi la mano.
«Sei mesi, e poi comprerà o se ne andrà.»
Le strinsi la mano e per me fu più che sufficiente, non ci sarebbe stato bisogno di firmare nulla, sarei stato in  quella casa con lei. Questo era quello che volevo, lei lo sapeva.
«Sei mesi, e vedremo chi dei due vorrà andarsene.»

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