giovedì 5 maggio 2016

Ma come fanno?

Ma come fanno nei film?
Come fanno a correre sotto la pioggia e a citofonare sempre al momento giusto? Che lei risponde, perché è in casa mica con l’amica a sfondarsi di patatine e a piangere leggendole l’ultimo WhatsApp.
Come fanno a girarsi in mezzo a un marciapiede - con cinquemila persone che ti passano vicino, ti spostano, ti urtano, ti coprono la visuale- e incrociare lo sguardo proprio di lei, come fanno? Che anche lei è sullo stesso lato del marciapiede, a duecento metri di distanza, e sta camminando di spalle, ma si gira a sincrono, precisa, e lo guarda.
Come fanno a prendere un taxi al volo sotto la bufera di neve, entrare dalla porta destra e contemporaneamente dalla porta sinistra entra anche lei, sotto la bufera, e il tassista sorride! Come fanno? Che quando nevica i taxi non passano.
Come fanno ad arrivare sempre un decimo di secondo prima che l’aereo decolli, che il treno parta, che il traghetto salpi, che l’ascensore si chiuda, che il gallo canti… come fanno? Che anche lei non parte mai, e parti cazzo, hai detto che partivi.
Come fanno a entrare in chiesa e urlare: “No! Sposa me, non lui.”  E lui che non dice mai niente, rimane lì con la faccia da scemo e guarda la mamma, che sviene, e il padre di lei che vorrebbe picchiare quello che è entrato urlando ma poi guarda il viso della figlia e da una pacca sulla spalla al tipo: “vai, fa nulla se il ricevimento è già pagato, portala via e mandami una foto dalla spiaggia.” E la migliore amica di lei che piange felice, che sapeva già tutto la stronza.
Come fanno ad avere sempre la musica romantica? Che magari sei sulla metro e c’è quello col violino scordato che canta minuetto, come fanno?
Come fanno, dopo dieci anni, due guerre, una pestilenza, la perdita della memoria, tre anni di coma, il crollo di una diga, il rapimento da parte degli extraterrestri, come fanno a ritrovarsi sempre sul vialetto di casa con il prato bello rasato, lei che sta lavando i piatti e lo scorge dalla finestra della cucina, che sta sempre sopra il lavello la finestra, piange si asciuga le mani in fretta e corre fuori ad abbracciarlo, come?
Come fanno a urlare “ti amo” dal pontile quando la nave è già a cinquecento metri e lei sul ponte si gira, corre al parapetto e sussurra: “ti amo anche io”, e lui la sente, e sorride. Non può sentirti. Come fanno a sentirsi?
Come fanno a piangere a singhiozzo e a fare discorsi sensati sui rapporti di coppia senza farsi scendere il moccio dal naso?  
Come fanno a spogliarsi in penombra senza cadere con i jeans incastrati nelle caviglie, e le mutande, sì, le mutande, come fanno a strapparle in un colpo solo? Senza ferirsi poi…


  

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